Piove.
Sull'asfalto e sui cespugli di fiori bianchi.
Fra le pozzanghere che ingorgano la terra incapace di bere crepitano cespi di erba rigogliosa.
Sull'asfalto e sui cespugli di fiori bianchi.
Fra le pozzanghere che ingorgano la terra incapace di bere crepitano cespi di erba rigogliosa.
Guardo salire le nuvole fra i fianchi di questa valle. Seguo gli scrosci grigi che scendono a tende sul bosco e sulle rocce. Teli di pioggia fini che si impigliano sulla cima del Corno, stracci di nuvole color della cenere che si disfano sopra la mia testa, su fra le foglie strappate via dal vento.
Il tuono che rotola. I lampi giù, in basso. I fari delle macchine che risalgono su per la valle, piano, fendendo cauti il vapore grigio.
Sotto i rami fini inquieti della betulla che sventola le sue foglie piccole dentro il vento, all'improvviso so che non ho niente.
Sono grata. A loro, che sono. Al loro mostrarsi. Al loro esistere.
Il tuono che rotola. I lampi giù, in basso. I fari delle macchine che risalgono su per la valle, piano, fendendo cauti il vapore grigio.
Sotto i rami fini inquieti della betulla che sventola le sue foglie piccole dentro il vento, all'improvviso so che non ho niente.
Sono grata. A loro, che sono. Al loro mostrarsi. Al loro esistere.
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