venerdì 16 novembre 2007

Quel che non so


Conosco quel prato con le mimose.
Quel cielo mobile e freddo. Nuvole grosse vento pioggia e freddo. E poi il cielo sereno e il sole caldo.
Conosco i ciuffi di mimosa agitati dal vento e il loro profumo rosa femminile virginale sparpagliato intorno. Odore di giovanetta. Di innocenza e ignoranza. Di interezza non ancora perduta.
Conosco quelle ore fresche passate a passeggiare il cane. Quell'inquieta finestra. Le foglie di limone mosse dal vento. Le macchie di sole scomposte su vetri e pavimento.

Vita mia. Vergine perduta. Volto fratturato. Velo rotto. Cerca. Cerca. Cerca.

Conosco quell'aria aperta.
Quel faticare ogni giorno per raggiungere la sera.
Quel soffrire, quel passare sotto porte basse e strette.
Conosco quella tavola rotonda con la tovaglia di plastica dove passano cose buone cucinate fuori dal frigo. Buon cibo vivo fatto in fretta. Il pane scaldato nella padella e la verdura cotta con la mozzarella.
Conosco la stanza col pavimento di piastrelle marroni. Il letto verde con la coperta di pizzo. Lo specchio enorme tutto velato di grigio.

Conosco il buio di San Luigi dei Francesi.
Conosco la navata piccola con le cappelle laterali.
Conosco quella cappella laggiù. Rivelazione.
Giù. Nell'angolo in fondo. C'è la rivelazione.
Ah, che cosa dire. Cazzo.
Non ci provare nemmeno.

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