domenica 4 novembre 2007

Le parole

Lasciar venire le parole.
Lasciarle nascere. Partorirle come uova bianche, aspettare che si schiudano per scoprirne il sorprendente contenuto. Lasciare che vengano, senza porre ostacoli. Stupefarsi per come risuonano. Meravigliarsi per come si accoppiano. Ammirare le ghirlande che formano, impaurirsi per la morte che mostrano. Sentirle nel corpo prima che nella mente. Farle nascere dalla carne e non dalla ragione.
Non pensarle. Lasciarle venire.
Che siano parte del tutto.
Scintille della grande luce. Pasta di vita e morte e trasformazione. Feconde e sacre.
Sacre.
Ecco, sì. Sacre.

Non guidarle. Esserne guidati.
Tu non possiedi le parole. Sono le parole a possedere te. A voler uscire, a volersi legare in forme a te nuove e sconosciute. Tu sei il canale attraverso cui schizzano nel mondo. Il loro mezzo.
Non sono loro il mezzo. Tu sei il mezzo.
Affidati.
Fatti cedevole e pieghevole.
Sgombra. Aperta. Ricettiva.
Regalati senza compenso.
E le parole verranno.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

con pudore e in punta di piedi entro in questo magnifico tuo mondo che hai scelto di condividere... mi sento come un intrusa ...ma volevo congratularmi per il tuo libro che mi ha regalato emozioni e ricordi "antichi"....

un abbraccio
mariagrazia

Fiorenza ha detto...

Questa è casa tua, Mariagrazia. Entra e esci come vuoi. Vieni a condividere quello che senti e che pensi tutte le volte che lo desideri. La porta è aperta.
E, se vuoi, raccontami come le tue emozioni si sono specchiate nei cocci.
Grazie.
Fiorenza