martedì 25 settembre 2007

Recensione di Barbara Gozzi su Lankelot


La narratrice Barbara Gozzi scrive di “Cocci di bottiglia” su Lankelot. E lo fa in un modo dolce e appassionato, profondo e commosso. E per me estremamente commovente.
Sono nuova alla sensazione di esser letta. E’ una cosa che mi frastorna un po’. Ho già parlato, nel post che ho dedicato alla recensione di Gianfranco Franchi, della sensazione di timidezza e responsabilità che questo mi genera dentro. Vorrei, al più presto, approfondire con voi le origini e i perché di questa sensazione.
Ma per ora desidero raccontarvi qualcosa che mi ha colpita profondamente. Dice Barbara Gozzi nella sua recensione: “C’è questo frammento, fermo immagine, che mi ha avvicinata a "Cocci di bottiglia" prima ancora di sapere cos’era, prima ancora di decidere. Lo recupero ora che mi è tutto più chiaro, ora che so. Sabato pomeriggio a Bologna. Uno dei pochi reading a cui posso partecipare senza fare i salti mortali per lasciare il mio piccolo angelo a giocare (perchè per ora le letture ancora non lo interessano!), senza dovermi scervellare per far coincidere impegni e scadenze. Un sabato pomeriggio, dicevo, di inzio settembre. E una lettura potente, appassionante, devastante. Poi, nella semioscurità, in mezzo al brusio generale e alle opere d’arte appese un abbraccio. Una piccola magia tra due donne. E io lì per caso, sto per uscire alla ricerca della calma necessaria per assorbire l’urto. Un abbraccio che è l’essenza di questo romanzo. Due donne. Una era Francesca Mazzucato. L’altra Fiorenza Aste.”
Ecco. E’ la descrizione del primo incontro fra me e Francesca. Fatta da una persona a me allora sconosciuta, che ha assistito all’evento.
L’evento.
Io e Francesca ci siamo conosciute otto anni fa, per telefono. Dovevo intervistarla per la rivista “Storie”, per cui allora lavoravo.
Da lì, da quella lunga telefonata, è nata una delle amicizie più profonde e importanti della mia vita.
Ma io e Francesca non ci siamo mai viste.
Mai per otto lunghi anni.
Fino a quel sabato pomeriggio a Bologna.
Il primo abbraccio, commovente fino alle lacrime, fra due persone che hanno condiviso le profondità di se stesse. Che si sono viste fino agli abissi.
Ma non con gli occhi di carne.
Ecco. E Barbara era lì. Con noi.
Destino.
Grazie Barbara. Un caldo abbraccio.
E grazie per le tue calde sensibili parole.

Il bel blog di Barbara Gozzi, Progetto Butterfly, dove, fra i racconti della scrittrice e interessanti annotazioni personali sulle sue letture, trovate una generosa presentazione della collana “Declinato al femminile”, diretta da Francesca Mazzucato.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Grazie a te Fiorenza per questo bel post che, in fondo, non merito perchè ho solo 'raccontato' (che è quello che adoro fare) e il caso ha voluto portarmi a un reading che solo l'altro ieri ho collegato al tuo libro prezioso, a Francesca e a un modo di percepire la scrittura e i sentimenti da condividere.
Ed è stato strano, sai? Collegare dei tasselli e scoprire che combaciavano... davvero strano anche da descrivere. Pensa che eravamo anche sedute accanto al reading, avevi una busta con dentro i libri vero? Anche questo dettaglio l'ho codificato dopo. Collegando. Facce. Espressioni. Gesti. E i colori della copertina che quel giorno avevo visto di sfuggita tra le vostre mani.
Poi il tuo 'Cocci di bottiglia' che mi è arrivato perchè era il momento giusto e la lettura è venuta da sè. Penso che la tua scrittura meriti di essere coltivata e diffusa. L'ultimo racconto, ad esempio, potrebbe benissimo essere l'ossatura di un romanzo. C'è molto lì dentro come in ognuno dei dodici cocci. Da lettrice ti ho sentita, ho provato emozioni forti e vive.

Un abbraccio,
Barbara
www.progettobutterfly.splinder.com
www.frammentando.wordpress.com

Fiorenza ha detto...

Grazie Barbara. La tua modestia è amabile, ma la tua recensione è invece davvero notevole. Hai sguardo profondo e una grande empatia. Grazie per l'apertura e la grande attenzione che hai dedicato ai miei racconti.
E, ancora, tutta la mia meraviglia per il destino, che ti ha portato al mio fianco mentre incontravo Francesca, e ha messo nelle tue mani, a sorpresa, il mio libro al posto di un altro... dobbiamo incontrarci, prima o poi, E stavolta, consapevoli di farlo.
Un forte abbraccio.
Fiorenza