Improvvisamente si ricorda che ha ballato.
Sente un'ondata di caldo sulla faccia. Apre gli occhi.
Ha ballato troppo.
Sa che ha ballato troppo. Sa che era come essere tutta nuda, e che tutti la potevano ben vedere.
Si alza a sedere sul letto.
C'è questo mal di testa. Non è forte. E' come se la testa fosse imbottita di qualcosa. Una testa di piombo.
Si guarda intorno.
Stanza sconosciuta.
Intonaco bianco. Mobili vecchi di legno scuro.
Non riesce a capire dov'è.
E' giorno. C'è luce che entra.
C'è il ragazzo sdraiato vicino a lei.
E' quello di ieri sera.
Se lo ricorda, ieri sera. Che le parla da vicino. Si ricorda il luccicare dei suoi denti.
Il suo odore di sapone. Un buon odore. Amaro. L'odore di un bambino lavato dalla mamma e di dopobarba da uomo.
Si ricorda anche l'odore di fumo del bar. Le luci gialle. Le travi di legno del soffitto.
La musica. Troppo forte. Faceva tonfi nello stomaco. E lei ballava, ballava. Ha ballato in quel modo esagerato che ti fa guardare da tutti.
Il ragazzo.
Questo ragazzo. La voleva molto, ieri sera. Ah, sì, come la voleva. Le parlava da vicino, e allungava la mano per toccarla. Le sistemava i capelli e le toccava le spalle.
Era una bella cosa. Le piaceva sentire che lui la voleva così tanto. Le dava una specie di formicolio nella pancia.
Dorme a pancia sotto. E' nudo.
E' stupido, ma non si ricorda se hanno fatto l'amore. Non si ricorda proprio niente.
Adesso le dispiace avere ballato troppo. Sente che era tutta esposta.
E' per quello che il ragazzo la voleva così tanto. Lei era lì davanti agli occhi di tutti.
Non ballava per lui però.
Lo faceva per quell'altro che parlava con qualcuno, lontano, in qualche angolo. In qualche angolo affollato pieno di fumo.
Sempre da lontano, sempre da un posto riparato.
Ogni cosa fatta solo con gli occhi.
Adesso le mancano le mani.
Le mani grandi. Le nocche grosse la pelle in montagne corrugate sopra i nodi. Le vene col sangue scuro denso sotto la pelle.
Assenza delle mani.
Deve averla vista ballare.
Da lontano.
E poi deve averla vista andare via con questo ragazzo. Per forza.
Lo guarda.
Il lenzuolo gli copre una gamba e un braccio. L'altra gamba è scoperta. Distesa. Ha la pelle chiara coperta di peli fitti biondissimi.
Le viene voglia di lisciarli con la mano.
Adesso le dispiace di non ricordarsi niente.
Forse non hanno fatto proprio niente. Solo dormito dentro quelle lenzuola che sanno di detersivo straniero.
Gli guarda la bocca aperta. Le labbra molto rosse. Si vede la punta della lingua in mezzo ai denti bianchi. E' rosa scuro, con le papille in rilievo. Sembra un piccolo frutto. Un lampone, una fragola.
Tutta quella pelle liscia. Intera.
Ah, è bello. E' molto bello.
Rabbrividisce scuotendo tutto il corpo....
Cocci di bottiglia, Fiorenza Aste, ed. Creativa
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