mercoledì 19 dicembre 2007

Un grazie a Corona Perer per la presentazione di Cocci di Bottiglia su "GiornaleSentire"



Un vivo ringraziamento alla giornalista Corona Perer per la presentazione di Cocci di Bottiglia sul nuovo e raffinato e-magazine GiornaleSentire, di cui è direttrice. Chi ha voglia di leggerla la trova qui.
Un augurio di lunga e fertile vita a questa giovanissima e già contattatissima testata.

domenica 16 dicembre 2007

Le fiabe di Gramos

Vi segnalo una buona iniziativa che la scrittrice Sabrina Campolongo sta da qualche tempo proponendo sul suo sito Balene Bianche.
Si tratta di un'azione di supporto verso la famiglia di Gramos Gashi, un bambino kossovaro di undici anni affetto da una grave malattia metabolica, la tirosinemia. Per sopravvivere, Gramos ha bisogno di 22000 euro ogni anno.
Per raccogliere almeno una parte della somma necessaria, tempo fa Sabrina ha lanciato in rete un concorso letterario. Le fiabe degli scrittori che hanno risposto all'invito sono ora riunite in un libro, "Le fiabe di Gramos", che potete acquistare qui.
Il ricavato delle vendite sarà devoluto all'ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma, che provvederà a acquistare cibo speciale e medicinali per Gramos.
Se volete maggiori informazioni sull'iniziativa, potete trovarle qui.
Auguri Gramos. E grazie Sabrina.

sabato 15 dicembre 2007

Concepts Profumo: ci siamo tutte e tre! Sabrina Campolongo, MariaGiovanna Luini ed io

Mercoledì mattina mi ha raggiunta una telefonata mentre ero a scuola.
Mi chiamava la redazione di Arpanet. Volevano sapere se avrei partecipato all'evento di presentazione dei nuovi Concepts Books la sera del giorno dopo.
A Milano.
Io abito a Rovereto, in Trentino, e il mio giorno dopo funzionava così: sei ore di scuola coi bambini, più due ore di riunione con i colleghi.
Ho risposto che mi sembrava improbabile. Che avevo inviato il mio racconto "Odore di grembo e terra" per la selezione della loro iniziativa editoriale, ma non sapendone più niente, non avevo fatto nulla per cercare di liberare la giornata di giovedì 13.
La giovane voce gentile della redattrice mi ha risposto: "Guardi, non potrei dirle nulla. Noi non diciamo niente agli autori sulla pubblicazione del loro testo, fino alla data della presentazione. Però forse lei può intuire come stanno le cose, perché ora le dico che è una buona idea se cerca di fare il possibile per essere qui domani sera..."
Ho fatto il possibile. Aiutata in modo sostanziale dalla disponibilità dei colleghi e della segreteria, che mi hanno concesso al volo uno scambio di orario per il pomeriggio e una dilazione della suddetta riunione.
E così, eccomi a Milano.
Sala piena.
In fondo, un tavolo con pile di libri in trasparenza, velati da un tulle bianco.
Di fronte, i giovanissimi editori di Arpanet. Stupore e meraviglia - sembra davvero impossibile che tanta sapiente efficace concretezza venga messa in campo da questi visi adolescenti. Una realtà editoriale che in cinque anni di vita ha saputo imporsi con decisione sulla scena, con modalità e tecniche innovative di raccolta e selezione dei testi, e con una sua precisa riconoscibilità, fatta di cura e attenzione poste in uguale misura sulla qualità letteraria e sulla raffinatezza dell'oggetto libro.
E poi... sorpresa!
Il tulle viene tolto. E nel Concepts Profumo mi ritrovo in amorosa compagnia: ci siamo tutte e tre, MariaGiovanna Luini, Sabrina Campolongo ed io. Una buona parte della collana "Declinato al femminile" è racchiusa qui, dentro questa lucida, serica copertina rossa.
Mi giro a cercarle con gli occhi: non ci siamo mai incontrate prima, e cerco di individuarle nella folla di visi sconosciuti, aiutandomi con il ricordo delle loro piccole foto di blog.
Eccola, Sabrina! Era seduta proprio di fianco a me... percorriamo il breve tratto che ci separa dal proscenio scambiandoci un affettuoso sorpreso saluto. Con MariaGiovanna ci incontriamo direttamente là, davanti agli occhi di tutti, e dobbiamo rimandare gli abbracci a dopo.
Avremmo dovuto incontrarci per la prima volta il 25 gennaio, a Bologna, alla presentazione della collana "Declinato al femminile" alla biblioteca Lame; e invece eccoci qui, a sorpresa, a scambiarci occhiate e sorrisi con il nuovo Concepts Profumo fra le mani.
Scommetto che tutte e tre stiamo pensando a Francesca Mazzucato, che ci ha riunite prima che questo elegante odoroso volume venisse concepito...
Ma le sorprese non finiscono qui. Fra i testi scelti c'è anche quello del giovanissimo Francesco Giubilei, non ancora ventenne fondatore dell'e-magazine Historica, pubblicato invece nel volume Concepts Storia.
Guardo i visi dei giovani editori, e poi quello assolutamente imberbe di Francesco. Decisamente la serata è all'insegna dell'intraprendenza e dell'incisività delle nuove leve della cultura italiana.
E poi...
...e poi mi precipito a prendere il treno.
Domattina si lavora. Alle otto in punto i bambini mi aspettano.
Porto con me, sottobraccio, questo nuovo inaspettato regalo. Profumato scrigno rosso traboccante di piccolissimi, sontuosi terremoti sensoriali.
Un grazie di cuore ad Arpanet!

venerdì 7 dicembre 2007

Gianfranco Franchi presenta Pagano. Roma, 9 dicembre 2007

Troverete tutte le informazioni qui.

Se potessi ci andrei subito! Mi fa ostacolo la distanza...

Voi che abitate più vicini, andateci per me. Sarà fantastico.

giovedì 6 dicembre 2007

Ecco finalmente i video!

Ecco qui il link ai video della presentazione di venerdì 30.
Potrete ascoltare i bellissimi pezzi al piano di Lorenzo Petrolli, la presentazione del testo di Brunamaria Dal Lago, i brani da "Cocci di bottiglia" e da questo blog letti da Ludovico Rella.
Ringrazio moltissimo Paolo, Lucia, Michele e Raffaele Fanini per l'aiuto e la consulenza video!

Antonella Lattanzi, presentazione dell'opera

Ricevo, e volentieri vi estendo, questo invito di Antonella Lattanzi alla presentazione della sua opera:

"Sono felice di invitarLa alla manifestazione del 6 dicembre p.v., a Trani (BA): si tratta di una serata in cui si affronterà il mio lavoro tout-court. Dalle 19/19.30 per circa tre, quattro ore, verranno presentate tutte le mie pubblicazioni, cartacee e on line. Si partirà con una presentazione generale del mio lavoro e si proseguirà con un dialogo sulla Puglia e sui due libri pubblicati in merito - "Racconti e leggende popolari della Puglia" (2006), "Guida insolita della Puglia" (in pubblicazione), entrambi editi dalla Newton&Compton -, con lettura di brani dal libro, proiezione di diapositive del fotografo Nino Lattanzi, esposizione e racconto delle leggende e dei miti pugliesi e dell'origine di tali miti in tutto il mondo. Quindi, si passerà a presentare i miei lavori narrativi e di prosa poetica ("Col culo scomodo", "Come ci avesse fatto la stessa stella", "Viaggio al centro del libro") e di alcuni dei miei racconti apparsi in antologie. Questa seconda parte si svolgerà prevalentemente in forma di reading con sottofondo musicale dal vivo e proiezione di diapositive di Nino Lattanzi. Seguirà eventuale dibattito. Sarei felicissima di averLa come mia ospite in questa serata che per me è molto importante.RingraziandoLa dell'attenzione, La saluto con affettoAntonella LattanziLa serata si svolgerà qui:Spazio OFF - Opificio Fabrica Famae - Circolo A.R.C.I.Via Papa Giovanni n. 180 Trani (BA)Ufficio Stampa - Rocco Di FonzoTel. 0883 950122 - 3331779306 - mail: promozioneoff@yahoo.itsito: www.fabricafamae.org

mercoledì 5 dicembre 2007

Le foto di venerdì 30

Eccovi qui le fotografie della presentazione di venerdì 30 novembre. A domani per il link al video.

"Cocci di bottiglia": intervista di Annamaria Eccli sul Trentino

Ringrazio moltissimo la giornalista Annamaria Eccli per la sensibilità e l'attenzione con cui si è messa in relazione con il testo (e non solo con il testo). L'intervista scaturisce da una chiacchierata di un paio d'ore svolta nella redazione del "Trentino"; la sintesi che la Eccli ne restituisce credo riesca a fotografarmi in grande profondità.
Un grazie sentito al giornale per l'ospitalità.

sabato 1 dicembre 2007

Grazie. Grazie a voi. Con dolcissima commozione.

Ancora immersa nell'onda di emozione di ieri sera.
Questa sensazione intensissima, e nello stesso tempo soffice, protettiva, nutritiva, di calore e vicinanza. Il senso di sorpresa, sorpresa commozione nel vedere tutte queste facce care di fronte a me, tutti questi visi noti e così amati. Così tanti, tutti insieme, mescolati dentro l'alone struggente delle note che il Lolly faceva sorgere dal pianoforte. Le parole così nude che prendevano, dentro il calore della voce del Ludovico, risonanze nuove e una nuova inedita prospettiva. Mio figlio Riccardo seduto di fronte, in mezzo a voi.
Voi.
Grazie.
Che altro dire.
Mi sono sentita abbracciata.
Accolta e accettata.
Anche in questo modo nuovo, sotto questo aspetto nascosto, che alcuni di voi conoscevano di me, e altri non ancora.
Accolta e accettata.
Così come sono.
Senza più veli.
Accolta e accettata.
Grazie.
E poi devo ringraziare così tanto chi ha lavorato per far succedere la melodia di ieri.
Chi ha scelto e pubblicato il libro. Francesca Mazzucato. Gianluca Ferrara.
Chi ha scritto la prefazione. Antonella Lattanzi.
Chi ha presentato con profonda originaria sapienza il testo. Bruna Maria Dal Lago.
Chi ha lavorato con amore e concreta, costante presenza a organizzare. Paolo e Lucia Fanini.
Chi ha donato voce calda alle parole. Ludovico Rella.
Chi ha accarezzato e fatto piangere e cantare il pianoforte. Lorenzo Petrolli.
Chi ha dato appoggio, supporto e sostegno. Gabriella Quinzio di Blulibri.
Grazie.
Grazie a tutti voi.
Col cuore ancora pieno.
Grazie.
Fiorenza
P.S.: nei prossimi giorni metterò sul blog il link alle fotografie e al video di ieri sera. Ci sarete tutti voi, miei cari!

venerdì 16 novembre 2007

Quel che non so


Conosco quel prato con le mimose.
Quel cielo mobile e freddo. Nuvole grosse vento pioggia e freddo. E poi il cielo sereno e il sole caldo.
Conosco i ciuffi di mimosa agitati dal vento e il loro profumo rosa femminile virginale sparpagliato intorno. Odore di giovanetta. Di innocenza e ignoranza. Di interezza non ancora perduta.
Conosco quelle ore fresche passate a passeggiare il cane. Quell'inquieta finestra. Le foglie di limone mosse dal vento. Le macchie di sole scomposte su vetri e pavimento.

Vita mia. Vergine perduta. Volto fratturato. Velo rotto. Cerca. Cerca. Cerca.

Conosco quell'aria aperta.
Quel faticare ogni giorno per raggiungere la sera.
Quel soffrire, quel passare sotto porte basse e strette.
Conosco quella tavola rotonda con la tovaglia di plastica dove passano cose buone cucinate fuori dal frigo. Buon cibo vivo fatto in fretta. Il pane scaldato nella padella e la verdura cotta con la mozzarella.
Conosco la stanza col pavimento di piastrelle marroni. Il letto verde con la coperta di pizzo. Lo specchio enorme tutto velato di grigio.

Conosco il buio di San Luigi dei Francesi.
Conosco la navata piccola con le cappelle laterali.
Conosco quella cappella laggiù. Rivelazione.
Giù. Nell'angolo in fondo. C'è la rivelazione.
Ah, che cosa dire. Cazzo.
Non ci provare nemmeno.

sabato 10 novembre 2007

Perché scrivere: su Letteratitudine il dibattito continua

Vi riporto qui i due interventi che ho postato sul sito di Massimi Maugeri Letteratitudine, a margine dell’intervento dello scrittore Ferdinando Camon “Perché scrivere”. Ringrazio i due promotori del dibattito, e tutti coloro che, intervenendo, hanno sollevato nodi e interrogativi cruciali: per me è stata una feconda occasione di meditazione su un tema che mi sta profondamente a cuore.
"E' tutto il giorno che rifletto sulle considerazioni messe in campo da Camon e da chi è intervenuto su questo sito. E che mi chiedo se ha senso, per quanto mi riguarda, parlare di scrittura. Il fatto è che per me scrivere non è un fatto mentale. O forse è meglio dire che non voglio, non voglio che diventi un fatto mentale. La verità è un proteo, ha forma inaspettata e sfuggente, e non si trova mai dove la stai cercando. Ci arrivi per percorsi laterali, evitando di fissare le cose direttamente, lanciando brevi pudichi timorosi sguardi in tralice. Non la troverai sfondando porte o sezionando, perché nell’opera di ricerca l’avrai distrutta, calpestata senza nemmeno accorgertene. E il processo creativo è qualcosa di così delicato e fragile, che non sempre sopravvive al bisturi e al microscopio.
Eppure conosco la rigorosa implacabile sincerità di Camon. La sua estrema nuda fedeltà a se stesso. E sento di riconoscermi interamente in questa affermazione: “La responsabilità sta nello scrivere per come si è. Rispondere della propria scrittura vuol dire rispondere di come si è. Nel mostrare come si è. Nel consegnare quello che sai, quello che sei.” E dunque prendo coraggio e provo a parlare di scrittura.
La mia sensazione, scrivendo, è quella di portare una grande responsabilità. Ma non è certo una responsabilità girata verso l’esterno.
Cerco di spiegarmi meglio. Quando scrivo spesso so che cosa voglio fare. Ho in mente il risultato che vorrei ottenere. E quindi rischio di usare parole scontate. Parole mentali. Cliché. (Scrittura da best seller, per dirla con le parole di Camon).
Quel che mi salva è che in effetti io non so come riuscire a raggiungere il risultato che ho in mente. So che quel che ho in mente non si può raggiungere attraverso processi razionali. Tutto quello che so è che per riuscirci l’unico modo è una totale fedeltà.A chi? A che cosa?
Non al lettore. Mi perdoni chi legge. Se volessi esser fedele al lettore, probabilmente comprerei un manuale per scrivere best seller.
Ma neanche a una chimerica verità oggettiva. Così astratta e rarefatta da appartenere al mondo delle idee platoniche.
No. Si tratta di fedeltà a me stessa. Tutto quel che ho in mano è il tentativo, costante, di essere onesta. Onesta con me stessa, voglio dire. Posso cercare di raccontare le cose proprio così come le percepisco. Posso cercare di togliere veli invece di aggiungerne. Posso cercare di andare oltre la pelle. Esser sincera in modo feroce, fino alle ossa, fino alle budella. Esser fedele alla carne.
Ecco. Non ho altro modo.
E se qualcosa accade, accade così. Oppure non accade.
La mia responsabilità termina qui. Se qualcuno leggerà quello che è scritto, si assumerà le sue responsabilità. Ci metterà quello che è suo. Ma a quel punto, la responsabilità non è più mia. La mia parte l’ho fatta. Il resto è del lettore.
Chiedo scusa se non ho chiosato il testo di Camon. Ma sento che parlare di scrittura per me funziona solo in questi termini. Partendo da quel che la scrittura E’, per me. Partendo dalla concretezza. Dalla carne. Per il resto sono molto felice di ascoltare.
Grazie.
Fiorenza Aste
Postato Martedì, 6 Novembre 2007 alle 11:25 pm da
Fiorenza Aste

“Chiedo scusa per i tempi lunghi, ma sono lenta. Ho bisogno di passarmi le cose dentro più volte, per sentire che sapore hanno per davvero. Se do una risposta immediata, sono quasi certa di dire le cose solo con la pelle. Solo con la mente. Ho bisogno, passatemi il termine, di “respirarci sopra” per un po’, in modo da dar loro il tempo di arrivare a una buona profondità. Questo perché nel procedere mi fido poco del pensiero razionale. Quando rispondo con la ragione ho spesso la sensazione di operare semplificazioni. Di sezionare l’intero in pezzetti. Oppure viceversa, di categorizzare e generalizzare.
E invece vorrei rispondere sinceramente. E questo per me significa partire dalla mia concretezza. Dall’orizzonte della mia esperienza pratica. Dal mio essere nel mondo.
Della scrittura ho già detto. Scrivere è essere. E’ un’incarnazione dell’essere. Uno dei modi che il mio essere nel mondo manifesta. (Disperato? Sì, certo. Anche. Ma non necessariamente. Anche esultante).
Non penso di poter dire molto altro.
Ma qualcosa posso dire sul leggere.
E, ancora, parto dalla mia pratica di lettrice. Non riesco a fare generalizzazioni. Non riesco neppure a stabilire se possono esserci dei criteri secondo cui decidere se un testo è buono oppure no. O parametri per decidere l’eticità o meno di un testo. Credo che la cosa non mi interessi.
Cerco l’essere umano. E lo cerco dovunque riesco a trovarlo. Negli incontri di ogni giorno a casa e a scuola, così come fra le pagine dei libri. E ogni volta che lo incontro, esulto.
Non c’è spettacolo più affascinante e commovente di un essere umano in movimento. Il suo esistere, il suo respiro, la sua fatica, il suo dolore. Le sue illuminazioni e le sue cocciute non visioni. Il suo svelarsi e il suo spaventato nascondersi.
Che altro.
Quando lo incontro in un libro, lo riconosco.
Che sia il Decamerone o la Commedia o una tragedia di Shakespeare o Moby Dick o un fumetto o un libro di Carver o di Simenon, o l’elenco del telefono, se lo incontro lo riconosco. E non lo faccio in modo consapevole, o seguendo dei criteri. E’ che mi si mostra. E’ lì. E vederlo e riconoscerlo è tutt’uno.
Non conosco altro criterio di ricerca.
E poi è vero, è buono quando uno scrittore non si sovrappone al testo. E’ buono il suo sparire e lasciare che siano le parole scritte a parlare. Perché è l’interazione fra lettore e testo scritto che genera frutti, e ogni intervento (razionale…) di chi ha scritto rischia di compromettere il raccolto.
Ma è anche vero che quando incontro lo scrittore, fra le sue pagine, mi commuovo. E incomincio a cercarlo. A seguirlo. Di personaggio in personaggio. Di libro in libro. Lo vedo muoversi dietro le infinite maschere che ha scelto per mostrarsi a noi, e ancora una volta, è uno spettacolo emozionante. Commovente.
L’essere umano, ancora una volta.
Che altro.
Buona serata a tutti.
Postato Giovedì, 8 Novembre 2007 alle 7:20 pm da
Fiorenza Aste